Floyd’s Pro Cycling, squadra chiusa dopo un solo anno per mancanza di sponsor

L’avventura del Floyd’s Pro Cycling termina dopo un anno. È stato solo un fuoco di paglia il ritorno nel mondo del ciclismo di Landis, vincitore sulla strada del Tour de France 2006 poi revocato per la positività a un controllo antidoping. Lo statunitense, che dopo il suo ritiro dal professionismo si è occupato della produzione e vendita di marijuana in Colorado (dove il consumo è legale), aveva deciso di finanziare una formazione Continental del suo Paese nel 2019, impiegando i fondi della sua attività e il denaro ricevuto dalla causa vinta contro Lance Armstrong, suo ex compagno di squadra. Ma il suo ritorno nel ciclismo è stato breve.

Sfortunatamente CanAm Cycling, la compagnia che controlla il Floyd’s Pro Cycling, non è stato in grado di trovare un title sponsor per il 2020” si legge nel comunicato ufficiale apparso in giornata sul sito del team: “Quindi la squadra terminerà le proprie operazioni alla fine di quest’anno“. La formazione dunque non correrà quindi nel 2020, nonostante le 34 vittorie (tra cui tre titoli nazionali) riportate durante questa stagione.

“Voglio ripetere ciò che è stato detto per tutto l’anno” ha dichiarato il team manager Scott McFarlane: “Floyd Landis ha supportato la nostra squadra in un momento in cui il ciclismo su strada nordamericano ne aveva bisogno e in cui lui avrebbe facilmente potuto usare quel denaro per supportare la crescita della sua azienda, la Floyd’s of Leadville. Durante la stagione Floyd è stato molto impegnato con i molti progetti del suo business, ma ha sempre avuto tempo per visitare la squadra. Ognuno di noi è stato molto fortunato a incontrarlo in questo momento della sua vita, e auguriamo a lui e alla sua azienda soltanto di avere successo”. Bisognerà capire se in futuro Landis deciderà di impegnarsi in qualche altro progetto nel ciclismo, una volta che la sua azienda sarà riuscita a espandere il proprio mercato.

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